Home Notizie Dedicato, inquinamento acustico autocelebrativo. Serena Autieri continua a non convincere come conduttrice

Dedicato, inquinamento acustico autocelebrativo. Serena Autieri continua a non convincere come conduttrice

Una conduzione costantemente recitata, una scrittura impalpabile, un montaggio discutibile: l’emotainment di Rai1 si conferma un oggetto misterioso.

13 Novembre 2021 16:29

Come si è soliti dire nel linguaggio sportivo a proposito di calciatori dallo scarso rendimento, Dedicato anche nella versione invernale si conferma un oggetto misterioso. Si fatica a trovare qualcosa di positivo nell’emotainment del sabato pomeriggio di Rai 1 che aveva già dimostrato la sua inconsistenza nell’esordio della scorsa estate (ma almeno qualche mese fa c’erano gli inviati a farci respirare).

Serena Autieri ha sicuramente del potenziale, ma al momento non per la conduzione. In ottanta minuti di Dedicato non fa altro che recitare, ridere forzatamente, ma soprattutto la sua tendenza all’autocelebrazione sfocia ormai nel grottesco. La Autieri è presente nella clip di Torno sabato con Giorgio Panariello e Tosca D’Aquino, ospite in puntata (venti minuti di piripì random avrebbero fatto guadagnare cento punti alla trasmissione), ringrazia una persona per averle fatto incontrare molti anni fa Dori Ghezzi, si autocita nel ricordare che aveva imitato la stessa moglie di Fabrizio De Andrè a Tale e Quale Show. Inoltre, è costante la sua dipendenza dal gobbo.

Viene da chiedersi poi per quale motivo Gigi Marzullo, che sta godendo di una seconda giovinezza televisiva da Fabio Fazio a Che tempo che fa, si presti ad apparire il sabato pomeriggio in una circostanza così infelice.

Dori Ghezzi (“I ragazzi sono tutti sono innamorati di Fabrizio De Andrè“, azzarda ad un certo punto la conduttrice), la storia (poco chiara) di nonna e nipote, Stash, Tosca D’Aquino, Il Volo: nel mondo di Serena Autieri è tutto bello/bellissimo, stupendo, magnifico, emozionante. 

Oltre a un montaggio traballante- in estate si andava in onda in diretta – anche la scrittura risulta alquanto impalpabile, con punte di banalità incredibili (“Che cos’è una dedica? Io la immagino come uno spazio bianco tra le parole ‘Ti, penso‘ ” dice la Autieri). Per non parlare del fatto che le dediche sono quasi sparite e laddove sopravvivono ci pensa la conduttrice a elargire interpretazioni musicali quasi sempre sopra le righe, coadiuvata dall’orchestra, assente in estate. L’aspetto più interessante della trasmissione è forse il pubblico dotato delle mascherine riportante il nome del programma.